Il modello prestativo nel calcio: la prospettiva dell’allenatore

La partita è sempre vista dall'allenatore come il momento di valutazione del lavoro. Ma a livello fisico che differenza presenta uno stile di gioco rispetto ad un altro?
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Cosa significa conoscere il modello prestativo nel calcio?

Spesso accade, nei campi di calcio, che l’allenatore dica che il suo ”occhiometro” lo aiuta sempre ad analizzare la partita anche dal punto di vista fisico.

Ma che differenza ci può essere nell’analisi della gara tra l’allenatore e il preparatore atletico? In questo articolo, scritto da Luca Bellini, allenatore che utilizza i GPS, analizziamo il punto di vista dell’allenatore sul modello prestativo.

Analisi del modello prestativo nel calcio: l’allenatore

 

L’obiettivo del lavoro di ‘’ricerca’’ sul modello prestativo nel calcio è stato di raccogliere dati della categoria Juniores. Infatti al momento nè in letteratura scientifica nè sul software LagalaColli vi è un modello di prestazione di riferimento.

Nel primo articolo si inizierà a delineare l’utilità di analizzare e di trovare un modello prestativo di riferimento.

Il lavoro di analisi ha voluto indagare come questi dati derivanti dalla gara siano effettivamente spendibili e utilizzati dallo staff tecnico. Nel mio caso, da me composto in qualità di allenatore.

L’obiettivo è di programmare l’allenamento settimanale in base al modello di prestazione nel calcio, per dare un senso alla valutazione tattica post-gara.

Due frasi tratte dal libro di Carlo Ancellotti

“Conosco allenatori che tutt’ora si ostinano a ignorare i numeri forniti dal team che raccoglie dati, ma prima o poi dovranno cedere“

‘’Tutti abbiamo bisogno di migliorare l’uso dei dati , perché altrimenti gli altri lo faranno prima di noi’’ mi hanno personalmente colpito, dimostrando che ad alti livelli debba esserci la necessità di utilizzare tutti gli strumenti più adeguati e di ricavare dati per perfezionare l’allenamento e l’analisi dialogando con tutti gli addetti ai lavori, dai preparatori fisici ai match analisti.

Cos’è per me il modello prestativo nel calcio?

 

Il modello prestativo nel calcio, a mio modo di vedere da allenatore, parte dalla definizione del modello di gioco.

Questo però non è il sistema di gioco o il modulo, ma il risultato dell’interazione di aspetti che contribuiscono alla sua costruzione.

Tra questi vi sono:

  • struttura spaziale del sistema.
  • funzione.
  • caratteristiche.
  • capacità e potenzialità dei giocatori.
  • contesto nel quale si lavora.
  • obiettivi.
  • principi e mezzi nelle sottofasi di gioco.
  • strategia operativa.
  • giocate a palla inattiva e pianificazione e metodologia di allenamento.

 

Modello di prestazione nel calcio: che sistema di gioco utilizziamo?

Il sistema di gioco di base utilizzato durante la stagione è stato il 4-3-3 per 11 Volte, il 4-2-3-1 per 5 volte e il 4-4-2 per 2 volte.

Si è giocato per 12 volte su un campo sintetico, con campi di dimensioni “regolari” per 14 volte. In tutte le partite almeno 5 giocatori hanno giocato 90’

Che cosa si fa in fase di possesso nel mio modello di prestazione?

In fase di possesso è stata adottata una costruzione bassa con terzini alti, esterni a piede invertito e una preferenza per un gioco basato sul possesso posizionale.

La decisione è stata preferita rispetto all’attacco diretto sfruttando in particolare i giocatori esterni dove i terzini portavano superiorità numerica.

Il mio modello di prestazione nel calcio: che cosa si fa in fase di non possesso?

In fase di non possesso è stato richiesto il rientro dei due attaccanti esterni sotto la linea della palla sulla linea dei 3 centrocampisti quando schierati con il 4-3-3. Gli stessi invece, dovevano andare al raddoppio aiutando i terzini con gli altri sistemi di gioco.

Sempre con il 4-3-3 è stato richiesto rientro delle mezze ali a supporto dei terzini indirizzando la l’attacco avversario preferibilmente sull’esterno.

La stessa direttiva con gli altri sistemi di gioco dove però il raddoppio era portato dagli esterni offensivi che rientravano e i centrocampisti centrali dovevano solo portare pressione e guadagnare tempo.

Per la difesa su palla scoperta, l’ordine è stato di scappare fino ai 25 metri e poi decidere fino all’area di rigore dove dovevano intervenire. La difesa era mista sulle palle inattive.

Da queste richieste tecnico tattiche continue e dagli eventi contingenti del gioco calcistico derivano i dati meccanici e cinematici che analizzati ci generano un profilo individuale del calciatore e un modello prestativo medio di squadra, variabile di gara in gara.

Analisi del modello di prestazione nel calcio: che succede in partita?

 

Nell‘analisi del modello prestativo nel calcio, è fondamentale comprendere cosa avviene in partita. Sicuramente è molto importante considerare tutto ciò che avviene dal punto di vista fisico. Qui di seguito descriveremo bene le richieste metaboliche e neuromuscolari che ci sono nella squadra da me analizzata.

Qual è l’impegno metabolico nel mio modello prestativo?

 

Nell’analisi condotta sul mio modello prestativo nel calcio, suddividendo i dati per primo e secondo tempo, tra i parametri più interessati da vedere in figura 1 e 2 risulta la potenza metabolica media (POT MEDIA). Questa è il prodotto del costo energetico per la velocità, che è stata di 10,3 W/kg nel primo tempo rispetto ai 9,4 W/Kg del secondo tempo. Inoltre si riscontrava una percentuale di azioni intense sopra alla VAM (%W>intense) che è stata del 23,1% rispetto al 22,8% tra primo e secondo tempo.

Qual è l’impegno neuromuscolare nel mio modello prestativo?

Il carico neuromuscolare del mio modello prestativo nel calcio sono stati 11,3% e 9,8%, 10,8% e 9,2%, 16,7 e 15,2 e 2,4 e 2,1 rispettivamente nel primo e nel secondo tempo. Questo comprendeva accelerazioni, decelerazioni, cambi di direzione/minuto maggiori di 30° (CdD/min >30°) e cambi di direzione/minuto intensi (CdD/mw>VAM). Inoltre il tempo di recupero passivo al minuto (Tr pass/minuto) è stato di 17,7s e 18,8.

Figura 1: Andamento di alcuni parametri della sinottica nel 1° e nel 2° tempo
Figura 2: Andamento di alcuni parametri della sinottica nel 1° e nel 2° tempo

 

Primo e secondo tempo: analisi del modello prestativo nel calcio 

 

Questa prima analisi del modello prestativo nel calcio ci è servita per valutare le differenze tra primo e secondo tempo. Inoltre ci ha permesso di notare come nel secondo tempo i valori siano più bassi, con un calo netto della potenza metabolica media del -8,7% e di alltri parametri (figura 3).

Il carico neuromuscolare, formato da accelerazioni e decelerazioni risulta ridotto tra primo e secondo tempo rispettivamente del -1,5% e -1,6%. I CdD/min calavano fino al -9,0% e il n° delle azioni intense fino al -16,0% (figura 4). Gli unici parametri che aumentano sono i CdD/m intensi (+14%) e il Tr/passivo che aumenta fino al +20%.

Figura 3: Differenze tra i parametri di sinottica tra primo e secondo tempo
Figura 4: Differenze tra i parametri di sinottica tra primo e secondo tempo

Le pause e il ruolo chiave nel modello di prestazione

 

L’analisi del Tr/passivo nel modello di prestazione nel calcio ci potrebbe dimostrare come i calciatori abbiano corso in maniera diversa nel secondo tempo (anche con una distanza equivalente inferiore). Essi hanno forse corsi meno (da valutare bene considerando il tempo effettivo) e hanno preso molte più pause.

Nella seconda parte dell’articolo si delineerà in modo più dettagliato e approfondito l’analisi delle pause di recupero passivo e di recupero attivo. Inoltre si mostrerà come per un’analisi più completa e per una programmazione più minuziosa questi dati siano preziosi da elaborare.

Luca Bellini

 

Bibliografia

Il modello prestativo juniores visto dall’allenatore – Laltrametodologia.com

 

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