La propriocezione: strategie posturali

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Prima di continuare il nostro percorso sulla propriocezione, parliamo di postura.

Il mantenimento della postura richiede la contrazione continua, “tonica”, dei muscoli antigravitari, per contrastare l’azione della forza di gravità.

Questi muscoli si contraggono, infatti, in risposta ai segnali provenienti dallo stiramento dei fusi neuromuscolari, per cui interrompendo le vie afferenti, la contrazione riflessa diventerebbe impossibile e il soggetto in stazione eretta o seduta si accascerebbe al suolo.

Nell’articolo analizzeremo tutte le strategie legate alla postura e approfondiremo ancora il concetto di propriocezione.

Quali sono le strategie posturali nella propriocezione? 

 

Harvey Williams Cushing and Sir Charles Scott Sherrington – Wikipedia

Sherringhton (1906) ha introdotto il termine propriocezione definendola come il flusso di segnali che nasce dai propriocettori e raggiunge il midollo per dare origine alle risposte riflesse.

Nei decenni successivi vari autori hanno attribuito alla parola propriocezione significati anche contrastanti (senso della posizione, cinestesia…). 

Essi si sono limitati però sempre a considerare la componente cosciente e trascurando completamente quella incosciente, probabilmente per la mancanza di mezzi atti a studiarla e comprenderla.

 

Cos’è l’archeo-propriocezione?

 

Riva (2000) ha introdotto i concetti di archeo-propriocezione e propriopercezione.

Per archeo-propriocezione si intende il flusso di segnali che nasce dai propriocettori periferici e raggiunge le strutture più primitive del sistema nervoso. Queste sono il midollo spinale, tronco dell’encefalo e parte primordiale del cervelletto (figura 1 e 2).

Tali strutture vengono definite sottocorticali, in quanto non sono sotto il dominio della coscienza.

La valutazione dei comportamenti posturali in situazione bipodalica e in statica equivale a testare una Formula 1 nel giardino di casa. Infatti è evidente come le situazioni imprevedibili, dinamiche e monopodaliche sono quelle che governano la vita quotidiana e il sistema di controllo posturale.

La propriocezione: come venivano definite le strategie di controllo posturale?

 

Figura 2: Propriocezione e archeopropriocezione

In passato, si usava definire le strategie posturali in base al distretto corporeo considerato (anca o caviglia). Oggi si deve differenziare in base ai sistemi funzionali coinvolti.

Utilizzando un sistema elettronico composto da una tavola basculante/traslante (DEB – Delos Equilibrium Board) e da un lettore posturale (DVC – Delos Vertical Controller), entrambi con feedback visivo e in tempo reale, si può valutare in pochi minuti le caratteristiche del controllo posturale di chi si testa. 

Il DVC registra i movimenti angolari del tronco in senso latero/laterale e antero/posteriore. In questo modo possiamo avere informazioni reali sulla propriocezione. 

Cos’è la propriocezione secondo il dottor Riva?

 

Che cos’è la strategia archeo-propriocettiva?

 

La strategia archeo-propriocettiva visiva è la più immediata e fine. E’ quella infatti che permette di gestire la stabilità posturale. Se questo sistema non è in grado di funzionare adeguatamente, interviene quello vestibolare, più impreciso e grossolano, che aiuta a trovare stabilità attraverso ampi movimenti del corpo.

Nella strategia di compenso, il soggetto mantiene la quiete usando le braccia come timone, soluzione ultima se il primo sistema non funziona e si vuole limitare l’intervento del secondo.

Oggi ci si è comunque accorti che l’uso degli arti superiori come compenso, in molti casi, destabilizza ulteriormente.

Nel prossimo articolo vedremo come. per concludere l’argomento, verrà sviluppato l’allenamento specifico.

Andrea Nonnato

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